BIVACCO LA PREDA

Dal sito di Diska:

Il Bivacco la Preda è situato nella provincia di Como, nei castagneti tra Carcente e Breglia.
Si tratta di una costruzione in pietra a due piani. Il piano terra è chiuso a chiave. Al piano superiore c’è un solo locale con camino, due tavoli, due panche, due sedie e diversi libri.
Davanti al bivacco scorre un ruscelletto.
E’ il posto ideale per passare una mezza giornata in totale tranquillità meditando o leggendo un libro.

Carina questa idea di mettere dei libri a disposizione di chiunque in una baita aperta a tutti, anche se io in quelle circostanze preferisco leggere e scrivere sul diario del bivacco, fare legna, giocare col fuoco, fare foto, guardarmi attorno e lasciare vagare i pensieri…
Insomma, non sento il bisogno di distrazioni per ammazzare il tempo.
Comunque l’idea è carina.

Un altro sogno trasformato in ricordo

Era da un paio di anni che mi ci ero fissato: volevo provare a dormire in un bivacco di montagna. Era diventata quasi un’ossessione.
Ho dormito in tenda in ogni luogo, in roulotte, pure sotto le stelle senza niente, e anche in un bivacco avevo già dormito, ma sempre in compagnìa. In chiassosa compagnìa.
Invece sognavo di starmene lì a contemplare il panorama in silenzio al calar del buio, con la mia pipa, e fare foto magnifiche, fare foto anche alla volta stellata, in un luogo raggiunto a piedi dopo tanta fatica, lontano almeno 1 ora di cammino dalla più vicina anima viva.
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Il problema era la mia ,purtroppo o per fortuna, INSEPARABILE moglie che però questa volta ha incredibilmente accettato. Cioè… siamo chiari: lei faceva finta di starci, ma non credeva che io facessi sul serio 😀 😀 😀 e quando ha iniziato a tramontare ho visto l’ansia crescere sul suo volto 😀

Com’è andata? Beh… è un po’ come quando si fa sesso per la prima volta: ci si aspetta chissà cosa, ma poi alla fine non è che…
Weekend complessivamente molto bello, con mia moglie che poi di fatto c’è stata bene: mi aspettavo che non mi avrebbe lasciato dormire tutta notte, invece… ok non è Robinson Crusoe, ma si è adattata molto e sfido io a trovarne una così tra tutte quelle fighette che fanno l’aperitivo a Milano.
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Di negativo c’è stato che…mi secca ammetterlo, però in quelle circostanze non è che si riesca a stare proprio rilassatissimi. Nonostante l’avessi desiderato io e nonostante fossi pronto a gustarmi anche quel lieve brivido piacevole, in quell’atmosfera a lume di candela, in quel posto completamente isolato, durante tutta la notte sono rimasto in uno stato di sottile allerta: coltello sotto il cuscino, sonno leggero, il sistema nervoso sempre pronto a passare dal sonno alla guerra in mezzo secondo…

Un’altra cosa negativa è che in montagna ,anche a quote relativamente basse e anche quando in pianura si crepa di caldo, appena va giù il sole si schiatta di freddo. E tirava aria, anche. Quindi non ho fatto granché di foto notturne, non sono stato sdraiato a guardare le stelle, non ho fatto parecchie di quelle cose che mi immaginavo fare.

Vabbè, siamo andati a nanna abbastanza presto e dopo molto tempo passato con le orecchie tese senza riuscire ad abbandonarci, finalmente siamo crollati nelle braccia di Morfeo.
DSC_3210Alle 2 di notte, nel pieno del sonno, nel silenzio totale…PAAAMM!!!!! un botto enorme, dal rumore uguale a quello della porta metallica del baitello! Mia moglie ha fatto un salto che s’è sollevata con tutto il saccoapelo, io sono scattato in piedi col coltello in mano, la pila e il cuore che martellava in tutto il corpo!
In un secondo ho realizzato che non era entrato nessuno e ho capito subito che si trattava del vento, ma il cuore ancora doveva tranquillizzarsi. Era stata la chiusura esterna di una finestra che aveva sbattuto spinta dal vento (tipo una “persiana” metallica).
Ci siamo cacati sotto alla grande! 😀 😀
Con l’occasione sono anche uscito e c’era una stellata…! Il cielo completamente nero era reso bianco dalle stelle! Si distingueva la via lattea al punto che sembrava irreale, sembrava una di quelle foto esaltate con photoshop. Che spettacolo ci perdiamo noi cittadini! E del lago di Como si distinguevano solo i contorni, disegnati dalle luci dei paesi lungo le sponde.

Poi a fatica ci siamo riaddormentati, ma sempre a pezzetti, e io facevo spesso dei sogni in quelle fasi immediatamente prima del sonno, sogni agitati relativi a quel momento presente e che mi riportavano alla veglia con una sensazione di ansia.
Alle 8 di mattina è arrivato un escursionista particolarmente mattiniero, ha aperto la porta, c’ha visti, mia moglie ha spalancato gli occhi e….”buongiorno“, “buongiorno“. Ha richiuso e se n’è andato. Io me la sono ronfata alla grande 😀 Ho sentito i “buongiorno” ma nel sonno. E mia moglie:”eh certo che se devi difendermi tu….!” 😀

bivacco20150726_082813-2Dopo il passaggio di un gregge di pecore venuto a farci visita, ci siamo lavati in qualche modo, caffè e tortina, poi altra fatica per scendere con qualche chilo in meno nello zaino (meno acqua, vino e cibarie finiti) e il we s’è concluso con una seconda colazione alle 11 in un bar di montagna prima di tornare al caldo della pianura, giretto sul lungolago di Bellano, panini sulla panchina, poi a casa prima che tutti i milanesi si rimettessero in strada.
A casa ci siamo fatti un’oretta di sonno come si deve (com’è bello il lettooooo…), poi aperitivo e cena in una piadineria. Alle 22.30 a letto e alle 22.30 e 10 secondi già nel mondo dei sogni 🙂
Però è strano: è statisticamente più probabile che un albanese entri in casa nostra mentre dormiamo, piuttosto che un malintenzionato (non un escursionista stravagante) si faccia 1 ora di dura salita su sentiero che col buio pesto è quasi impraticabile anche con una torcia, eppure a casa propria ci si sente più sicuri.

Se questi alberi potessero parlare…!

Alberi dal tronco massiccio e largo sono partiti anch’essi dallo stato di piccoli e esili arbusti. Io stesso ho visto un piccolo pascolo (dove qualche volta correvo da bambino) divenire un bosco di sottili alberelli nel giro di 2-3 decenni.
Ieri ne guardavo alcuni imponenti nel parco delle Groane, mi ci sono avvicinato col rispetto che si deve a chi era già vivo molti anni prima che io nascessi e… chissà quante cose ha visto quell’albero!?

Ahhh, se potesse parlare!
2007_0501Image0050I faggi secolari della Valsassina racconterebero di pastori, di mucche… e magari qualche sequoia particolarmente longeva avrebbe qualcosa da dire anche circa la rocca di Baiedo; e quelli che si affacciano su Lecco mi potrebbero spiegare da chi fossero realmente abitati la casa di Lucia e il castello dell’Innominato, costruzioni realmente esistenti da cui il Manzoni ha preso spunto per la scrittura de “i promessi sposi”.

E nel boschivo parco delle Groane, dove spessissimo si possono scorgere persone sole che cazzeggiano in mezzo alla vegetazione, anche lì gli alberi custodiscono segreti: hanno ascoltato lo stato d’animo di centinaia di persone solitarie e silenziose che sono passate di là a testa bassa a cercare conforto nella natura, per evadere di loro problemi di divorzi, di salute, di lavoro…
Quante ne hanno viste!
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