Nostalgia nostalgia canaglia

Sarà la pioggia, sarà che ho poco da fare e ho trovato ,su un mio harddisk esterno, dei progetti di weekends che in passato preparavo o ,più probabilmente, sognavo di tenere in caldo per il futuro. Mi chiedo quanto tempo sto perdendo…….
Mi chiedo se magari ,anche se facessi tutto, potrei scoprire che non mi danno quella soddisfazione così intensa che immaginavo.
In fondo molte di queste… “idee per il weekend” sono una speranza di replicare ciò che avevo fatto in passato e che mi era piaciuto, ma sappiamo tutti che la seconda volta non si ottengono le stesse emozioni percepite nella prima.
Anche perché nella prima ero con amici. Poi il tempo è passato, la gente è cambiata, la vita è cambiata.
Tutto scorre. Panta Rei.

Ho una voglia matta di autunno con camino, di andare in un rifugio di montagna dove c’è la stufa in ghisa, inebriarmi di colori dell’autunno, mangiare un minestrone fumante su un tavolone di legno spesso e grezzo mentre guardo l’autunno attraverso la finestra con le tendine a quadretti.
E mi manca tantissimo la roulotte, coi miei genitori.
Mi manca la pioggia vista dalla finestra di plastica della roulotte,
mi mancano le castagne fatte sul fuoco in campeggio,
mi manca il fumare di nascosto,
mi mancano le ragazzine carine che mi davano quasi sempre picche e l’eccitazione infinita nel baciarle (che ormai nemmeno il sesso più sfrenato riuscirebbe più a dare),
mi manca la panchina del parcheggio salendo in paese,
mi mancano le confidenze con qualche amico in crisi adolescenziale catalizzate da alcool e delusioni amorose,
mi manca il salire in auto coi genitori che mi portano loro in campeggio coi loro borsoni pieni per la cena del sabato e il pranzo della domenica,
ahhh le mangiate in campeggio…! Lo scambio di assaggi con le altre famiglie di campeggiatori, le pietanze delle altre mamme coi loro sapori diversi da quelli della cucina di mia madre, il vino del padre del fidanzatino di mia sorella, il freddo che entrava ogni volta che si apriva la porta del gabbiotto in legno mentre nell’aria regnava l’odore del taleggio di mio padre o del caffè con la grappa alla ruta,
mi manca il freddo di cui nessuno si lamentava in quanto del tutto normale,
mi manca l’andare a prendere l’acqua alla fontanella…

Queste cose mi mancano più della mia vita da motociclista.

Non ho alcuna foto di quei momenti, di quel periodo tra gli anni 80 e 90. E comunque non riuscirebbero a trasmettere ciò che sto provando.

Piove ancora.
Sono le 12:30. Andiamo in mensa, và…

Bivaccata solitaria (parte 2 di 3)

Puntata precedente: https://sognatorefallito.wordpress.com/2017/08/30/bivaccata-solitaria-parte-1-di-3/

Ho inziato a scrivere sul diario del bivacco che, peccato, alla fine mi son dimenticato di fotografare: è venuto un bello scritto e credo che farà sorridere (e anche un po’ sognare) gli escursionisti futuri che lo leggeranno.
Nel frattempo le nuvole si erano aperte e i raggi del sole filtravano illuminando di un piacevole giallo tutti gli alberi attorno. Molto bello, soprattutto dopo tanta pioggia.
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20170811_211014.jpgL’ansia dannata non mi mollava e pensavo “…e ancora nemmeno c’è buio!!!!”.
Invece quando il buio è arrivato mi sono rilassato, forse perchè sapevo che col buio (e il brutto tempo) non sarebbe passato di lì nessuno. In un certo senso ,nel buio, mi sentivo protetto.
Avevo visto delle pecore sul sentiero e temevo l’arrivo di un qualche pastore solitario e scorbutico. E puzzolente. Un orco insomma.
Invece ormai era buio pesto. Era fatta. Potevo star tranquillo!

 

Sono quindi uscito a fare foto al paesaggio notturno con vista sul lago di Como, con le luci dei paesi che iniziavano a specchiarsi nelle sue acque.
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Queste sono state le ore più belle del weekend. Una sensazione magnifica, io, lo sgabello che faceva da cavalletto fotografico e anche da tavolino “reggi-vizi” (vino e sigari), il buio pesto che mi proteggeva e il silenzio. Che silenzio.
Durante i tempi delle lunghe esposizioni fotografiche sorseggiavo bonarda e tiravo dal sigaro, aspettando di sentire i lievi click dei meccanismi della fotocamera. Senza fretta, senza qualcuno che mi aspettava, con tempo infinito a disposizione.
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Il cavalletto “reggi-vizi” (la bottiglia di plastica è la borraccia più leggera che esista)

 

 

Arrivato il momento di andare a nanna, ho scoperto che i ragni (tutti?) sono animali notturni: mentre con la luce del sole sembrava tutto così pulito, con l’arrivo del buio erano apparsi 2 ragni GIGANTESCHI e altri 3 con zampe corte ma più ciccioni, che forse facevano anche più schifo dei primi 2.
Lo ammetto: sarò andato contro il bon ton della vita nella natura, ma ho fatto strage! Non avrei mai dormito con quei ragni così grossi a spasso.
Devo dire che è il ricordo più spiacevole di quel weekend.
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Con e senza flash

Ma non era finita lì: materassino bucato! 😥
Col culo a terra, il pavimento era troppo freddo e ,temendo un forte mal di schiena, ho preferito spostarmi sul tavolone, più caldo ma egualmente duro.
Notte di merda: una scomodità pazzesca e completamente insonne (ma quest’ultima cosa l’avevo già messa in conto, indipendentemente dal materassino).
Ogni volta che stavo per addormentarmi, un qualunque rumore mi faceva sobbalzare.
Verso l’alba un qualche animale ha iniziato a fare avanti e indietro sul tetto in lamiera.

 

Fine seconda parte e fine della prima giornata, nottataccia compresa.
La prossima puntata sarà un’alba fresca e una giornata piena di luce gioiosa!

Bevendo da solo sotto la luna

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Da una brocca di vino, in mezzo ai fiori,
solo, mi verso da bere, senza un amico accanto.
Levando la coppa, invito la pallida luna.
Ora siamo in due e, con la mia ombra, addirittura in tre.
La luna – è vero – non osa bere.
L’ombra, poi, si limita a seguirmi macchinalmente.
Ma, almeno per un poco ho trovato dei compagni: la luna, l’ombra,
disposti a fare allegria, per arrivare alla primavera.
Mi metto a cantare, e la luna tenta in modo maldestro qualche passo di danza.
Mi metto a ballare, e l’ombra si agita scompostamente.
Finché sono stato lucido, direi che ci siam fatti buona compagnia.
Ma poi ho preso una bella sbronza, e ciascuno se n´è andato per conto suo.
Ormai legati per sempre, senza passioni,
ci diamo appuntamento, lontano, sul fiume delle nuvole.

LI BAI

CHE SUPER SUPER IDEONA: cioccolata!?

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Post ispirato dal mio commentare in un altro blog:

“Puoi sempre rifarti il prossimo weekend con una bella escursione sulla neve, che nel frattempo è arrivata (anche se pochetta)”

Dalle mie parti c’è qualche spruzzata solamente oltre i 2000mt, comunque non è un problema: mi piace anche il bosco invernale, freddo e spoglio.
Il problema è che le scappate in giornata iniziano ad annoiarmi. E leggo invece di tante persone che fanno traversate di più giorni appoggiandosi a più rifugi, dal cammino di Santiago al sentiero 101 delle orobie, o anche una semplice 2 giorni con fornelletto al seguito… e insomma, mi sento sfigato, mi sembra di giocare sempre liscio in attesa del “messìa”. Boh.
Mi sembra di condurre una vita troppo “standard” per uno che invece non ha figli: per le coppie che non hanno figli è davvero uno spreco passare un weekend a bere cioccolata in un bar o a mangiare da parenti, quasi un insulto a chi invece vorrebbe ma non può.
E pensare che il tempo (nei weekends) non ci manca affatto e ,nonostante la passione per il trekking sia una passione relativamente economica, non ci mancherebbero nemmeno i soldi. E ancor meno la salute.
Ci manca l’entusiasmo, quell’entusiasmo che la compagnìa di persone simili a te riesce a darti. Invece mi redo conto che la mia…come dire…”sfera di compagnìe e abitudini” è composta solo da gente piuttosto piatta: cioccolatina, pizzetta, birretta… e una candelina in più sulla tortina.

Se penso che in certe imprese si buttano con entusiasmo anche persone con problemi di salute o che comunque non hanno i presupposti più adeguati….
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Ricordare le persone

FB_IMG_1441608379909Ieri sera ho trovato una vignetta davvero carina e l’ho messa come sfondo del mio
smartphone.
Con l’occasione ho scelto anche una foto tra le mie da impostare come schermata “di blocco” (così si definisce nel mondo android) e… sfogliando, sfogliando, mi sono imbattuto nelle foto della mia notte al bivacco sul monte DueMani. Questo

Spesso le ho riguardate e sempre ho provato un pelo di nostalgia e un desiderio di poter reincontrare i ragazzi che ho conosciuto lì, ma mai come ieri sera ho sentito il desiderio addirittura salire dalle viscere e ,se non fossi troppo materiale e cinico, mi verrebbe da dire “dall’anima”.

Probabilmente questa volta ha fatto da catalizzatore il libro “Indian Creek. Un inverno da solo sulle montagne rocciose” che avevo appena smesso di leggere, sta di fatto che ho provato un’altra volta quella sensazione strana… quel desiderio di riuscire a comunicare tramite il pensiero con alcune persone con cui stranamente sento una certa empatia, pur trattandosi praticamente di sconosciuti o quasi. Di certo non parenti o amici di lunga data.
Una voglia tale da considerare INCONCEPIBILE che l’essere umano non abbia il potere di sentirsi telepaticamente in caso di volontà.
M’è capitato anche anni fa ripensando a un vecchio amico deceduto: possibile che non esista più, che non esista più niente e che lui non possa sentire che lo sto chiamando? Eppure quei momenti erano così veri, pieni, profondi e intensi. Quelle risate fanno parte delle poche cose che danno un senso alla vita. E ora? Tutto come se non fosse mai successo?
Cazzo ma è successo! Dov’è finito tutto?!

DSC_3869Dove siete ragazzi del bivacco? Cosa farete il prossimo weekend? Ma voi vi ricordate? Ci pensate a quella bivaccata o per voi quelle cose sono scontate…come per me è scontato mangiare tutti i giorni e quindi non mi ricordo cosa ho mangiato l’altro ieri?
Ricordo ancora cosa hai detto prima di andare via:”ciao ragazzi, è stato un piacere“.
Io lì per lì non faccio smancerìe e convenevoli, ma divento sentimentale dopo, a distanza di giorni o mesi. E ora ,con sotto gli occhi le foto e [come sempre] nessuno con cui ripetere l’esperienza, lancio mentalmente questo messaggio nell’etere:”un onore ,ragazzi, per me è stato un onore“.

Ieri sera ,in quel momento, mia moglie era in bagno ad asciugarsi i capelli.
Inutile parlarne con lei: mi avrebbe risposto che sono troppo fissato con la montagna e queste cose da eremita sperduto, e che leggo sempre libri di persone isolate come dei selvaggi. Lei quel weekend non c’era. Lei non sa.
Sul mio viso è apparso quel sorriso malinconico di chi ha percepito il sussurro della vita, ma non ha nessuno con cui parlarne.

Autunno con camino

Lo sogno ogni anno, ma non riesco mai: vorrei trascorrere autunno e inverno con la possibilità di godere di un bel camino.
Ho provato anche a cercare in affitto una baita per passare i weekends: non una “casa”, proprio un rustico, ma rustico rustico, di quelli dove ti tocca cacciare i ragnetti e quando vai a prendere la legna dalla legnaia senti fruscii su cui preferisci non indagare.
E deve categoricamente avere il camino! Ahhh, quante castagne che ci cuocerei!
Purtroppo dei rustici così non li affittano mai (ufficialmente), penso anche a causa delle rigide normative che richiedono certificazioni sui vari impianti.
Però mi piacerebbe tanto, in Valsassina, tra i boschi ma non troppo lontano da un paesino.
Ahhhh… se avesse anche un tetto sottile da cui sentire il rumore della pioggia…..! E io e mia moglie dentro con i piedi al caldo e un bicchiere di vino rosso di quelli belli corposi…!

Invece al limite riesco a passare una serata in qualche rifugio con camino, quasi sempre col fuoco chiuso nella classica paratìa in vetro. Questo quando proprio va da dio!
Pare che il gestore del chiosco dove praticamente siamo di casa  abbia deciso di costruire una veranda esterna in legno dove ,ha detto, metterà anche una stufa a pellet. Non sarà come essere in una baita in montagna con un vero camino, ma meglio che niente.
Speriamo che tenga le luci basse! L’inverno scorso ho cercato di creare un po’ di atmosfera portando parecchie candeline “tipo ikea” e gli ho regalato anche una piccola lanternina, ma le luci a neon che insisteva a tenere accese rovinavano parecchio.

Vi lascio con qualche foto autunnale rubata qua e là su internet.autunno-foglie-gialle-autunno-sotto-la-pioggiaa69527146a798a5a501be1763fd8599d Chestnuts-Roasting-on-an-Open-Firefireplace (1)tisana_camino   autumn-food1-508x720 autumnbucket-750x1000
Però non insistete: IO LE PARIGINE NON LE METTO!!! 😀

L’ho rifatto, sì!!

Quest’estate mi sono proprio tolto una soddisfazione: dopo aver passato la notte in un bivacco con mia moglie ( https://sognatorefallito.wordpress.com/2015/07/27/un-altro-sogno-trasformato-in-ricordo/ ) , ho approfittato dell’assenza della mia inseparabile metà per provarlo in totale solitudine, sperduto in cima a un monte.

Ho faticato come un mulo per arrivare là in cima con uno zaino da 60 litri pesantissimo e ,in qualche momento, ho pensato di abbandonare il progetto, ma l’orgoglio e l’idea che esistono persone che non possono camminare m’hanno fatto continuare, un piede davanti all’altro, anche se ogni 4 passi mi fermavo.
Ho pensato al mio amico Sergio a cui è venuto il morbo di parkinson e non riesce a darsi pace per il suo continuo decadimento, ho pensato ad alcune conoscenze che ho fatto nell’ambiente della sclerosi multipla, ho pensato a tutte quelle persone che sono su una sedia a rotelle… che ,se il Padre Eterno avesse permesso loro di essere lì in quel momento al mio posto, sicuramente sarebbero state felicissime di camminare fino anche a sputare sangue.
Alla fine ci sono arrivato a “sto cazzo di bivacco”, dannato, quasi con le lacrime agli occhi ridevo mentre lo prendevo a parolacce.

Tempo di riprendermi un po’ e fare qualche foto (non sono granchè anche perchè c’era molta foschia) ed ecco arrivare altri 2 ragazzi…. addio sogni di solitudine. Vabbè, tanto vale fare conoscenza.
Dopo un po’ ne sono arrivati altri 2, meno giovani seppur più stravaganti. Prima di uscire dal bosco per affrontare la montagna nuda, s’erano caricati sulle spalle la legna per fare la griglia (hanno avuto anche bel coraggio ad accendere il fuoco lì, in mezzo all’erba, col vento e con poca acqua a disposizione).
Alla fine è stata una bella serata e forse è stato anche meglio così. Però ad averlo saputo avrei evitato di portarmi sù un librone parecchio pesante con cui pensavo di ammazzare il tempo.

Il giorno dopo pioveva e il rumore sulla cupola in vetroresina era magnifico… se non avessi dovuto rimettermi in cammino.

Metto le foto che ho fatto al diario del bivacco con il mio scritto. La “F” col cuore l’ha fatta un’altro.
Altra precisazione: accenno ad “Emanuela”, perchè più sotto c’è un altro bivacco dedicato a questa bambina morta in un incidente e molte persone che scrivono sul diario di quel bivacco ringraziano Emanuela per l’ospitalità e/o scrivono rivolgendosi a lei… come se fosse un’entità viva e presente lì sul posto. (Leggerlo con davanti la foto della bambina è molto toccante).
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Il video vale la pena di vederlo con l’audio. Spero che le persone ritratte non se la prendano a male… ma i volti censurati sarebbero davvero brutti.
Anzi, visto che purtroppo non ci siamo scambiati i contatti (proprio con quelli fotografati a più riprese), se capitano qui e si riconoscono nel video… MI SCRIVANO!!

Peccato che non ci sia stata presente mia moglie: son sicuro che le sarebbe piaciuto. Sono certo! La conosco bene.
Purtroppo ,dopo aver visto le mie escursioni quando sono libero, m’ha apertamente dichiarato (con molta decisione) che “va bene la tenda, va bene tutto, ma stare sperduti senza nemmeno acqua per lavarsi NO!“. 😦
Ma prima poi ci devo riuscire. Il problema è essere sicuro che arrivi compagnìa: con la fortuna che ho, quella sera non arriverebbe nemmeno un cane 😀