Ho provato a cercare su internet “insoddisfazione”, “insoddisfazione+cronica”, ma NON mi ritrovo completamente nei risultati che ho letto: questi siti di psicologia parlano spesso di un senso di competizione con sè stessi, un rincorrere continuamente una ipotetica perfezione nel proprio operato…. cosa che mi sembra più che altro da precisini rompicoglioni, da ansiosi e soprattutto da insicuri.
No, non è precisamente il mio caso.
Io soffro più di… NOIA. E vivo in un eterno tentativo di far qualcosa per non…per non perdere tempo, giornate, mesi e anni di questo pezzettino di tempo a mia disposizione che si chiama vita.
Non ce la faccio a fare come certi che…che… che si godono LA CASA, amano i weekends perchè si RIPOSANO, fanno le ferie cercando il RELAX e si godono la vita apprezzando… apprezzando… (attenzione!)…le PICCOLE cose (e magari aggiungono anche la parola “quotidiane“).
LE PICCOLE COSEEE?!?!?!! 😯
QUOTIDIANE?!??!?!
Le piccole non mi bastano. E poi mi suona come di “risparmio”, mi sembra di sentire la nonnina che dice:”dobbiamo essere parsimoniosi: spendiamo poco, mettiamo i soldini nel salvadanaio e accontentiamoci delle piccole cose“.
Ma io non voglio mettere la vita nel salvadanaio! I miei anni nel salvadanaio!
La casa e il divano col plaid me li godo solo se prima ho fatto ore di trekking con la neve fino alle ginocchia o un giro in moto che mi ha congelato!
E di quotidiano c’è solo la sveglia che suona, il lavoro, il ritorno dal lavoro per mangiare, guardare un po’ di tv e poi un’altro giorno della nostra vita è andato.
Tra l’altro trovo che le attività rilassanti siano apprezzate più dalle donne: se vedo un’immagine, una pubblicità, dove c’è una persona che si rilassa in una spa, in un bagno con attorno delle candele, il soggetto è sempre una donna. Magari oltre alla donna è incluso nella foto anche un uomo sfigato, ma quella immagine ben studiata dal direttore del marketing è indirizzata al pubblico femminile.
Fate caso invece alle moto che vedete sulle strade in questa stagione: son tutti uomini, quasi tutti senza passeggero.
Ma chiudiamo la parentesi maschilista e torniamo al concetto di “tempus fugit”, che sarebbe il titolo più appropriato per questo post:
Anche ipotizzando (ipotizzando!) una vita di 80 anni, in realtà non tutti gli anni sono uguali e ideali per fare qualunque cosa: non parlo solo della “passività” tipica delle 2 estremità (troppo bambini o troppo anziani), bensì voglio dire che anche la parte centrale della vita è comunque segnata da diverse tappe.
In realtà non abbiamo affatto 80 anni a disposizione per qualunque cosa, bensì pezzetti di pochissimi anni [b]ognuno ideale per vivere certe esperienze e non altre[/b]. In qualche caso solo mesi se per esempio ipotizziamo una gita fattibile solo in una certa stagione a causa della necessità di certe condizioni climatiche (temperature gradevoli oppure neve, ecc).
Ipotizziamo un 60enne che vuole andare a sciare: rimanda rimanda rimanda ed è finito l’inverno…quindi deve rimandare a quando avrà 1 anno in più… e magari rimanderà anche l’inverno successivo e arriverà quindi a 62 anni, magari nel frattempo gli sarà venuta l’ernia al disco o l’artrosi all’anca… si farà operare e ,tempo dell’operazione e della totale ripresa, arriverà al prossimo inverno con 65 anni e ancora più possibilità di avere altri acciacchi.
Anche se quell’uomo riuscirà ad andare a sciare prima che il suo annuncio in bianco bordato di nero appaia in paese, vi pare normale che debbano passare 5 anni prima che ‘sta benedetta sciàta gli riesca?
Ma ci sono anche impedimenti dovuti a mancanza di entusiasmo o a impegni famigliari. Forza, rispondete:
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete fatto le ferie con zaino in spalla e biglietto inter-rail?
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete dormito in spiaggia sotto alle stelle?
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete fatto il fuoco in spiaggia, completo di cannone e bagno notturno (magari nudi o in mutande)?
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete avuto un’avventura con una nuova ragazza?
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete dormito in tenda SULLA NEVE?
-quanti anni sono passati dall’ultima volta che avete fatto un viaggio in moto con temperature sotto allo zero?
E pure impedimenti dovuti a…boh… da giovani si diceva “per causa di forza maggiore”:
-quand’è stata l’ultima volta che avete fatto sesso come davvero avreste voluto, soddisfando completamente ogni fantasia, senza aver nulla da invidiare a un video porno?
-quando pensate che arriverà il momento giusto per realizzare i vostri sogni nel cassetto? Questa la so! Questa risposta ve la posso dare: se aspettate momento migliore, non ci sarà MAI! ADESSO è il momento più giusto! Solo che lo stiamo perdendo cazzeggiando in altre cose.
Così i blogs si riempiono di lodi al sognare ad occhi aperti:”i sogni sono essenziali per vivere“. Certo: ma è masturbazione mentale, abbastanza simile a quella sessuale (magari dopo aver visto un porno).
Internet è pericolosa: su youporn c’è l’avviso che invita i minori di 18 anni a non proseguire, ma anche su certi altri siti (avventure, viaggi…) occorrerebbe lo stesso avviso ma in questo caso per i maggiori di 18.
Sarà è anche colpa del vivere in questo periodo dove regna il “yes, we can” o il “perchè io valgo“, ma io davvero in tutta obiettività mi sento di definire la vita così: “fondamentalmente noia ,quando non problemi e tribolazioni (che è peggio), interrotta da sporadici attimi di felicità più o meno rari”.
E la divina maledizione forse ancor peggiore è che ,se potessimo avere ciò che oggi diciamo di volere, poco dopo ci saremmo già annoiati, tutto diventerebbe scontato e di nuovo vorremmo altro (magari esattamente l’opposto, cioè ciò che avevamo prima).
Come lessi sul libro ,per me magnifico, “Nelle foreste siberiane” di Sylvain Tesson: “E’ come una pallina da ping pong che rimbalza tra due racchette. Ogni volta che si raggiunge il polo opposto, ci si sente per un attimo felici. Poi l’insoddisfazione torna. E’ il paradosso di gluck, la felicità chiusa nell’istante”.
Lui l’ha scritto in relazione al bisogno di solitudine/compagnìa, ma lo stesso concetto può secondo me valere per molti altri desideri.
Così come la canzone di Califano “tutto il resto è noia” si riferisce espressamente alla vita sentimentale/coniugale ma io la vedo con un significato molto più ampio: io ogni tanto canto quella canzone, ma riferendomi a tutta la vita nella sua globalità.