Alberi dal tronco massiccio e largo sono partiti anch’essi dallo stato di piccoli e esili arbusti. Io stesso ho visto un piccolo pascolo (dove qualche volta correvo da bambino) divenire un bosco di sottili alberelli nel giro di 2-3 decenni.
Ieri ne guardavo alcuni imponenti nel parco delle Groane, mi ci sono avvicinato col rispetto che si deve a chi era già vivo molti anni prima che io nascessi e… chissà quante cose ha visto quell’albero!?
Ahhh, se potesse parlare!
I faggi secolari della Valsassina racconterebero di pastori, di mucche… e magari qualche sequoia particolarmente longeva avrebbe qualcosa da dire anche circa la rocca di Baiedo; e quelli che si affacciano su Lecco mi potrebbero spiegare da chi fossero realmente abitati la casa di Lucia e il castello dell’Innominato, costruzioni realmente esistenti da cui il Manzoni ha preso spunto per la scrittura de “i promessi sposi”.
E nel boschivo parco delle Groane, dove spessissimo si possono scorgere persone sole che cazzeggiano in mezzo alla vegetazione, anche lì gli alberi custodiscono segreti: hanno ascoltato lo stato d’animo di centinaia di persone solitarie e silenziose che sono passate di là a testa bassa a cercare conforto nella natura, per evadere di loro problemi di divorzi, di salute, di lavoro…
Quante ne hanno viste!