Pensieri ad alta quota (ritorno dalla trasferta)

breCattura
Scritto sull’aereo durante il viaggio di ritorno.

Albergo, frigobar, lavoro interessante, uscite per Montes Claros, cene fighe pagate, camera con visita sulla spensieratezza, adesso aereo con film, cuffiette, con pasta portoghese con carne e 2 bicchieri di vino molto buono, cazzi miei e esperienze nuove…

Nel cesso dell’aereo, sorridendo allo specchio (quel vino era fortino), di nuovo mi sono emozionato per la bellezza della mia vita.
Possibile?
Io che ho una vita di merda, io che sono vittima (indiretta) di una disgrazia pesantissima?
Come posso aver trovato, ancora, quella sensazione di esagerato benessere che fa emozionare?
Soprattutto considerando che la volta precedente è stata solo 3 mesi fa….!
Queste felicità che fanno scendere le lacrime ,prima, mi capitavano 1 volta ogni 3-4 anni se andava bene.
Cosa sta succedendo?
Non è possibile che io sia felice!

In parte devo anche ammettere a me stesso che adesso mi lancio molto di più nelle situazioni e nelle nuove esperienze, mentre prima ero più trattenuto. Provavo come un senso di obbligo di “compostezza”, di “contenimento”. Una sorta di timidezza nei confronti delle potenziali nuove esperienze.
Ora invece ogni occasione la vedo come una possibilità di godimento della vita. E allora perché no?
Perché no tante cose: non solo una importante trasferta, ma anche esperienze piccole come ,per esempio, l’assaggio di un piatto inusuale o una qualunque piccola scelta che sia fuori dalla routine.
Prima avevo tutto e lo vivevo in punta di piedi, ora ho “poco” ma lo abbraccio, lo limono, ci faccio l’amore senza freni.
Forse davvero ogni cosa, anche la peggiore, ha un qualche lato positivo.

Aggiornamento di domenica 1/12/19 : sono rientrato da 3 giorni e già ne ho le balle piene. Le avevo a 3/4 già dopo 1 giorno.
Rileggo ciò che ho scritto e in questo momento non ne sono più tanto convinto.
Sono di nuovo nella mia deprimente vita di merda.
Ma forse questa alternanza di stati d’animo è normale e anche ,in fondo, benefica. Altrimenti darei per scontati quei momenti di felicità.

Nostalgia nostalgia canaglia

Sarà la pioggia, sarà che ho poco da fare e ho trovato ,su un mio harddisk esterno, dei progetti di weekends che in passato preparavo o ,più probabilmente, sognavo di tenere in caldo per il futuro. Mi chiedo quanto tempo sto perdendo…….
Mi chiedo se magari ,anche se facessi tutto, potrei scoprire che non mi danno quella soddisfazione così intensa che immaginavo.
In fondo molte di queste… “idee per il weekend” sono una speranza di replicare ciò che avevo fatto in passato e che mi era piaciuto, ma sappiamo tutti che la seconda volta non si ottengono le stesse emozioni percepite nella prima.
Anche perché nella prima ero con amici. Poi il tempo è passato, la gente è cambiata, la vita è cambiata.
Tutto scorre. Panta Rei.

Ho una voglia matta di autunno con camino, di andare in un rifugio di montagna dove c’è la stufa in ghisa, inebriarmi di colori dell’autunno, mangiare un minestrone fumante su un tavolone di legno spesso e grezzo mentre guardo l’autunno attraverso la finestra con le tendine a quadretti.
E mi manca tantissimo la roulotte, coi miei genitori.
Mi manca la pioggia vista dalla finestra di plastica della roulotte,
mi mancano le castagne fatte sul fuoco in campeggio,
mi manca il fumare di nascosto,
mi mancano le ragazzine carine che mi davano quasi sempre picche e l’eccitazione infinita nel baciarle (che ormai nemmeno il sesso più sfrenato riuscirebbe più a dare),
mi manca la panchina del parcheggio salendo in paese,
mi mancano le confidenze con qualche amico in crisi adolescenziale catalizzate da alcool e delusioni amorose,
mi manca il salire in auto coi genitori che mi portano loro in campeggio coi loro borsoni pieni per la cena del sabato e il pranzo della domenica,
ahhh le mangiate in campeggio…! Lo scambio di assaggi con le altre famiglie di campeggiatori, le pietanze delle altre mamme coi loro sapori diversi da quelli della cucina di mia madre, il vino del padre del fidanzatino di mia sorella, il freddo che entrava ogni volta che si apriva la porta del gabbiotto in legno mentre nell’aria regnava l’odore del taleggio di mio padre o del caffè con la grappa alla ruta,
mi manca il freddo di cui nessuno si lamentava in quanto del tutto normale,
mi manca l’andare a prendere l’acqua alla fontanella…

Queste cose mi mancano più della mia vita da motociclista.

Non ho alcuna foto di quei momenti, di quel periodo tra gli anni 80 e 90. E comunque non riuscirebbero a trasmettere ciò che sto provando.

Piove ancora.
Sono le 12:30. Andiamo in mensa, và…

Cercare lavoro è pericoloso

C’è un subdolo pericolo da non sottovalutare quando si inizia a “guardarsi in giro” per cambiare posto di lavoro: quando qualche colloquio va particolarmente bene, si tende a sentirsi già sulle ali della libertà e viene una gran voglia di mandare al diavolo quei cretini che anche oggi ci dicono di fare boiate assurde, non ben definite (“io te l’ho detto, ora son cazzi tuoi“) e ,puntualmente, solo quando ormai è da fare per il mese scorso (ma è così bello dirlo solamente verso i primi di agosto o la fine di dicembre!).

Ok ok, magari mandarli al diavolo no….. però sicuramente viene da pensare a quanti giorni dobbiamo dare di preavviso e se dovremo davvero portare a termine (in un modo o nell’altro) quel maledetto progetto rognoso, assurdo, impossibile, il classico progetto “erba voglio” che deve includere la moglie ubriaca e anche la botte piena.
Visto che il lavoro è per ieri e il preavviso è lungo, lo step successivo di pensiero è: “ma sì, visto che è urgentissimo lo faccio molto alla svelta, faccio un accrocchio che funziona per miracolo, tanto poi me ne vado e lo lascio a questi stronzi“.
Il terzo step è: “porca vacca e se poi non mi assumono? Se mi tocca star qui?”Man pleads for the phone to ring

Chiamatemiiiii!!!!

Luogo preferito?

Ispirato da:
https://viaggioconlafotografiailariafenato.com/2016/04/13/il-luogo-preferito-a-voi-la-parola/

Molti dei miei posti preferiti non esistono più, perchè il bello non consisteva nel luogo in sè bensì nella circostanza. Circostanza fatta di amici, spensieratezza, momenti di vita particolari…
Poi le cose cambiano, la gente cambia, gli amici si perdono nelle strade della vita, noi siamo sempre meno spensierati…

Se proprio devo indicare un luogo fisico, mmmm… beh… son molti e nessuno. Butto lì: la Valsassina, perchè la frequento fin dall’infanzia e ai miei occhi è più affascinante delle delle Dolomiti, dell’Himalaya!20151129_12200
In particolare quando riesco ad andarci da solo, perchè così riesco a…perdere tempo, a imbambolarmi guardandomi attorno inutilmente, per perdermi nei ricordi, inebriarmi dell’odore dell’erba, annoiarmi tra le montagne, annoiarmi guardando le nuvole che assumuno tantissime forme, fare una faticosa camminata per arrivare là su quel pizzo dalla forma particolare che da bambino ho spesso osservato immaginando di poter volare per arrivarci, fare fantasie su future magnifiche escursioni (sì: una altra escursione, ma quella sarebbe più bella), fantasticare sull’idea di passare una notte sotto le stelle su qualche cucuzzolo isolato (sì: un’altra volta… ma quella sarebbe più affascinante).DSC_0031Funziona anche a distanza. Anche in questo momento la penso e immagino di andarci a fare qualche magnifica giornata e ,come ogni volta, mi convinco (chissà perchè) che al ritorno mi sentirei diverso, rigenerato, nuovo, anche più saggio.
E invece… son sempre il solito.

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Vivo, morto o… zombie?

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http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/11/01/gli-zombie-come-metafora-dellumanita-del-xxi-secolo-morti-viventi-e-schiavi-della-moda/

Riporto qualche pezzo:

Ci dice Aristotele, dal IV secolo a.C.: schiavo è chi non appartiene a sé stesso.

[Gli Zombies] “non operano in funzione di nessun principio razionale individuale: non hanno nessuna coscienza, sono automi costantemente alla ricerca di esseri umani da divorare.
Non si può trattare con loro: non parlano e non sembrano avere volontà propria, non creano entità politiche o sociali riconoscibili, sono semplicemente masse di corpi indifferenziati, corrotti e corruttori, senza altro scopo che uccidere gli essere umani “normali” e renderli come loro.
Forse quello che risulta più orripilante è che questo zombie, oltre alla carenza di coscienza, non ha nemmeno una volontà individuale: si tratta di un ente ridotto ad un semplice corpo putrido che si muove con la stessa logica di un esercito di formiche: non ci sono individui, solo masse.”

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Recensione tenda. (solo montata, non ancora provata)

Con lo scopo di riuscire a portarmela sulle spalle per evitare di dormire nelle camerate dei rifugi (già provato più volte e sempre dormito… non male: malissimo), ho preso la tenda più leggera che sia riuscito a trovare:
http://www.viridea.it/superofferte/tenda-monodome-x2/
Con lo sconto l’ho pagata 19 euro e secondo me è quello il suo valore.

Su internet di trova in varie colorazioni e con nomi diversi (ma è sempre lei) a prezzi simili più spese di spedizione, mentre non si riesce a trovare alcuna azienda ufficialmente produttrice.
Secondo me c’è una fabbrica in qualche paese orientale che le produce per tutti i distributori occidentali, con colori, loghi e cartellini personalizzati.

Oggi ho provato a montarla nell’ora di pausa lavorativa, tanto per controllarla:
– pesa poco! (e potrei ancora eliminare qualche picchetto).
– è più grande di come pensavo.
– le stecche sono più sottili di quelle in dotazione nelle tende “normali”, penso per che sia per renderla più leggera.
– si monta e si smonta veramente in pochissimi minuti: non ho cronometrato il montaggio (anche perchè ho dovuto prendere tempo per memorizzare la piegatura originaria) ma per smontarla (che è peggio) c’ho messo 4 minuti.
– la qualità generale è da… da 19 euro. I sacchetti per palerìa e picchetti sono di cellophane…

Spero di poterla usare almeno 2 o 3 volte prima che inizi a distruggersi 🙂 In particolare mi fanno paura quelle stecche: la prima volta che ci sarà vento si romperanno come le ossicine delle cosce di rana (ma non con lo stesso piacere).

Non credo che ci farò mai delle nottate solitarie prima di andare in ufficio, come invece mi suggerisce qualcuno… 😀 ma conto di usarla qui, se non magari anche prima: http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/eventi/cerca_fase03.aspx?ID=7190&mp=1

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Ritorno alla solita…”vita”

E’ strano: lo stato di stand-by, di vita passiva, vissuto da sempre per 5 giorni alla settimana… ora ,rientrato dalle ferie, mi sembra una idiozia intollerabile.
Dopo un paio di settimane a disposizione PER ME, PER GODERE DELLA MIA VITA, non riesco a capacitarmi all’idea di dover sopportare questa esistenza da zombie.
Ma purtroppo o per fortuna ,già lo so, tra qualche giorno mi sarò riabituato e tutto scorrerà come prima, da perfetta formica nel suo formicaio.

La vita libera di Federico

Federico Sambruni fa tutto quello che vorresti fare anche tu. Solo che a te manca il tempo. O magari hai venduto il motorino che tanto tempo fa ti faceva sentire libero. Oppure non hai il permesso di tua moglie. E se anche hai tutte queste cose insieme, probabilmente non hai più 18 anni.

http://it.paperblog.com/canna-tenda-e-booster-la-vita-libera-di-federico-2234648/

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E io aggiungo 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥 😥
e poi anche 2 aforismi:

Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro.Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
(Mark Twain)

E’ da sciocchi mettere la vita in banca sperando di ritrovarla con gli interessi
(Mauro Corona)

L’eremita

Sono i desideri contrapposti: essere soli e avere la compagnia dell’altro, com’è possibile realizzarli entrambi?
[…]
Eppure l’uomo è un animale sociale che non può fare a meno del colloquio con l’altro essere umano […] Quando è solo, finisce per desiderare un rapporto umano, ma quando è in relazione, ne prova dopo poco fastidio, e non vede l’ora di tornare a essere solo.
E’ come una pallina da ping pong che rimbalza tra due racchette. Ogni volta che raggiunge il polo opposto, si sente per un attimo felice. Poi l’insoddisfazione torna.
E’ il paradosso di gluck, la felicità chiusa nell’istante.

Pensierini della buonanotte

sylvain-tesson-siberie-758197-jpg_512391“Impiego due ore e mezza per uscire dalla foresta. Risalgo il corso della seconda vallata a sud della capanna per cercare un bivacco. Nonostante le racchette, affondo fino a mezza coscia. Ogni passo è una lotta. Alle 7 di sera, bagnato fradicio, raggiungo il limite superiore della foresta. Scelgo una piazzola a 1.200 metri di quota, al di sopra di una pietraia lungo la quale, cento metri più in basso, si snoda la pista di un ghiottone. L’animale non va in letargo. Fa un gran freddo. Alcuni pini nani che il vento ha ripulito dalla neve si aggrappano ai massi color ruggine. La Buriazia è una sottile linea rossa a oriente. Taglio qualche bracciata di rami di pino per farmi un giaciglio e accendo un fuoco nell’ombra. Allestisco la tenda e vi sistemo il giaciglio e il sacco a pelo. Faccio scaldare la pasta e mi stendo sul mio letto…

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